Riflessioni sull'Arte


di Giovanni Benetti


Capitolo 4°


Qual è il vero motivo per cui l’arte ci piace così tanto? Cosa ci spinge a riflettere per ore davanti ad una tela o seduti difronte ad un’orchestra sinfonica intenta ad eseguire un brano? Così ci spinge a fare arte? Il nostro atteggiamento risulta attivo o passivo? C’è chi segue una passione e chi un piacere personale. Si è attirati da qualcosa al di sopra di noi. Nessuno ci chiama e ci costringe ad uscire di casa per comprare un biglietto, ma dentro di noi qualcosa ci dice che lo dobbiamo fare. A parer mio si tratta di una dimensione nella quale immersi stiamo bene. Abbiamo bisogno di trovare ciò che ci fa stare bene, la bellezza delle cose quotidiane. Il senso del bello ci affascina e la sua ricerca fa parte dell’identità di ogni essere umano. Dobbiamo immergerci totalmente. La ricerca del bello permette di stare bene con sé stessi, di essere a proprio agio, di potersi dimostrare e mostrare per quello che veramente si è. Perdere ciò che ci fa star bene è motivo di ansia, depressione, di un coinvolgimento negativo che chiunque rifiuterebbe. Arianna Gambirasi considera questo aspetto citando il titolo di un libro di testo Il materiale e l’immaginario pubblicato da Loescher Editore[1]: «tutto ciò che è materiale e tutto ciò che è immaginario se messi insieme creano bellezza. Testi, poesie, quadri, opere d’arte, statue, brani musicali, canzoni rappresentano il materiale ma da esso nasce un immaginario e il materiale stesso deriva a sua volta da un immaginario che da forma a sé stesso attraverso la materia. Quest’ultima poi, ti rimanda a qualcosa che è immaginario, qualcosa che ha a che vedere con l’anima, con l’irrazionale e così via. Materia e non materia sono fuse insieme ed insieme rappresentano e formano l’istante di bellezza. Arte è anche questo: il connubio tra razionale e irrazionale, dentro e fuori, realtà e pensiero». Nel momento in cui ammiro o creo un’opera d’arte, entro in uno stato di ipnosi mai avvenuto prima. Il cervello riconoscendo l’incontro modifica il proprio stato di coscienza, si modella e accoglie la nuova immagine. Alterazione dello stato di coscienza permette al soggetto di stare bene. A tal proposito deve essere incentivato tutto ciò che è arte, tutto ciò che ci permette di acquisire uno stato di benessere mentale e di conseguenza fisico. 

Il nostro cervello ragiona per immagini e non per parole. Ecco perché le immagini sono così importanti. Si deve smettere di ragionare in modo razionale: bello brutto, buono cattivo, alto basso e lasciarsi andare ad una visione artistica, irrazionale dove non ci devono essere domande ad ogni cosa. L’uomo cerca sempre un miglioramento, vuole stare bene con sé stesso e con gli altri e per far questo egli deve entrare in contatto con il proprio essere interiore. Come? innamorandosi dell’arte. Cerchiamoci ed amiamoci di più. Permettiamo a noi stessi di stare bene, facciamoci trasportare da ciò che più ci piace. Diveniamo arte.  

 

 



[1] Ceserani R., De Federicis L., Il materiale e l’immaginario, Loescher Editore, Torino 1986.

 

Commenti

Post popolari in questo blog

Georgia: simbolo d'amore nel novecento americano

Qualcuno salvi la musica! E se fosse la tecnologia a farlo?

5 cose che non sai su John Lennon