No Music - No Life

di Giovanni Benetti


Seoul, South Korea - Simon Noh


Il web rappresenta un valido strumento di conoscenza e d’arricchimento soprattutto se si trattano nozioni culturali e artistiche. Oltre ai diversi strumenti offerti ce ne uno che, essendo di libera frequentazione, non sempre garantisce la veridicità del proprio contenuto: il forum. Non è altro che una comunità virtuale di persone che dialogano tra di loro scambiandosi contenuti che solitamente provengono dal livello formativo culturale degli utenti stessi. Questo sta a significare che ciò che si scopre al suo interno deve essere veicolato e convalidato con attenzione. In uno si legge di un certo Marco Giuggioli (https://it.quora.com/Potremmo-vivere-senza-musica), citato in apice come “l’osservatore del mondo”, il quale a partire da una domanda, propone al proprio pubblico una discutibile riflessione legata al mondo della musica e del suo utilizzo. 

L’analisi seguente pone al lettore, paragrafo per paragrafo, un’attenta argomentazione a partire dal contenuto testuale proposto dal signor Marco. 

Il forum si presenta così: 

 

Potremmo vivere senza musica?

 

Prosegue:

 

La domanda è “potremmo” e posta così non ho incertezze: sicuramente NO! Ma se vi fosse potresti al posto di potremmo avrei qualche perplessità.

 

Lo scrittore comincia nel mettere in causa sé stesso pretendendo di introdurre il discorso ponendosi in prima linea difronte ai suoi possibili nemici. Anzi va da retro nel crearsi antagonisti: 

 

Pensandoci bene mi rendo conto che amo più il silenzio di ogni tipo di rumore, musica inclusa. Non me ne vogliano i musicofili se ho usato la parola rumore, è solo come contrapposizione a silenzio. È però vero che alcuni tipi di musica (non dirò quali per non crearmi nemici…) alle mie orecchie sono niente più che rumori molesti.

Al silenzio viene contrapposto il rumore, scelta appropriata e pensata di cui diversi critici e teorici musicali ne andrebbero fieri. John Cage prima di tutti. Però nel concetto di rumore viene inserito anche quello di musica. Purtroppo per ragioni etico sociali non si percepisce minimamente di quali musiche si parla e proprio per questo risulta impossibile definire il concetto di rumore. 

Intendiamoci, vi sono momenti in cui ascolto volentieri della musica, ma non sono frequenti. E anche io, come tanti, mi cimentai con una chitarra nei miei verdi anni ma, probabilmente perché la mia abilità era scarsa, l’amore finì presto. In realtà la mia abilità nelle arti tutte ha sempre lasciato molto a desiderare, ahimè!

Oltre ad amare il silenzio rifiutando ogni genere di rumore, musica compresa, viene sottolineata la poca frequenza nell’ascoltare volentieri la musica. Quale musica? Si tende a giustificare poi l’ascolto musicale creando un paragone con lo studio dello strumento, la chitarra, ma fu abbandonato data la scarsa abilità. Non solo lo strumento a corde ma anche tutte le arti, quindi anche la pittura, il disegno, il teatro, il ballo, ecc.

Vi è una sola eccezione a tutto questo: non riesco a guidare se non c’è l’apparecchio radio che trasmette prevalentemente musica, anche se non solo musica.
In tutte le autovetture che ho cambiato nella mia vita (molte) i riproduttori di musica, prima il lettore di cassette, poi il lettore di CD e ultimamente la presa USB sono rimasti inutilizzati. 
La maggior parte delle persone ascolta la musica per estraniarsi dal mondo, io ho la necessità di rimanere collegato alla realtà, ho bisogno di sentire qualcuno che parli ogni tanto senza dire cose stupide e di avere notizie dall’Italia e dal mondo.

La compagnia della radio mentre si guida è essenziale: non è importante cosa viene proposto, se musica o commenti e notizie di cronaca, importante è rimanere collegati con la realtà. I dispositivi audio ancora inutilizzati. Fondamentale conoscere e sapere cosa succede nel mondo. Si tenta di dare una definizione oggettiva al fine pratico della musica ma con scarsi risultati: prima rumore poi veicolo per estraniarsi dal mondo e non per tutti ma solo per la maggior parte degli esseri umani.

 

Siamo circondati dalla musica ovunque e quindi ne ascolto sicuramente molta di più di quanto io pensi. Mi piacerebbe però fare un esperimento di privazione e scoprire se sono anch’io “music addicted”

 

Nella realtà ogni essere umano entra a contatto con una quantità incredibile di suoni, rumori, elementi riconducibili al concetto di musica. Ma attenzione, tutto ciò che si pensa essere ascoltato lo si sta solamente udendo senza essere interiorizzato minimamente. Il ruolo passivo dell’udire è un processo sensoriale che non ha nulla a che vedere con quello psicologico dell’ascoltare. In questo modo il concetto di privazione è totalmente inutile perché al contrario non è mai avvenuta nessuna conquista. Inutile e fallace l’esperimento della dipendenza musicale. 

 

Per rispondere alla domanda del signor Marco Giuggioli non si deve prendere in considerazione quelli che sono i mezzi di diffusione della musica ma si deve considerare il concetto di musica per quello che è nella sua essenza di espressione artistica. Sarebbe fin troppo semplice e illusorio rinchiudere un concetto così affascinante e vasto all’interno dei mezzi di riproducibilità. Non serve spegnere la radio o alzare la puntina del giradischi per un medio o lungo asso temporale, ma per negare la presenza della musica basterebbe smettere di emozionarsi o di provare un sentimento nei confronti di qualcuno. Parlare di musica significa parlare di arte. La musica è espressione artistica e in quanto tale suscita emozioni, scaturisce piacere in chi la produce o ascolta. È un linguaggio di comunicazione (non verbale) in grado di smuovere e accendere un sentimento. Non è per pochi, ma di tutti. Non è una cosa, che se non ne hai più voglia la rinchiudi in un cassetto, ma è un principio di pura magia. Rappresenta quell’essenza interiore di ogni essere umano che nemmeno si consce ma si sa di possedere. Si ricorre ai suoi benefici per trarne piacere, per ritrovare la bellezza che si trova all’interno di ogni essere umano. La musica è un linguaggio e in quanto tale possiede una serie di elementi che non possono essere nascosti, spenti o rinchiusi. È impossibile non provare un sentimento, non amare o voler bene a qualcuno e perciò, è impossibile e utopistico rimanere senza la musica e con essa, tutte le sfumature sonore. La musica è l’arte dei suoni. La sua natura affascinante e spettacolare non smetterà mai di vivere.

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