Riflessioni sull'Arte

di Giovanni Benetti


Capitolo 1°



Tanti pareri discordanti nel tempo. Si tende sempre a cercare di classificare e differenziare cosa è arte e cosa non lo è. L’arte è un linguaggio universale e in quanto tale diversi sono le fonti e gli studi relativi alla risposta della fatidica domanda: cos’è arte? Cosa significa la parola arte? Siamo in grado di rispondere e dare una definizione coerente a ciò che per secoli e secoli si è mostrato a noi con vesti e significati diversi?

Si pensa che uno dei primi a trattare l’argomento e a rispondere a tutte queste domande fu Lev Tolstoj, filosofo e scrittore russo, che 1897 scrisse il primo trattato per definire cosa fosse l’arte. L’assioma alla base del trattato era la domanda se l’arte è qualcosa che produce il bello. Tolstoj rispose così: «l’arte è la capacità di suscitare quel sentimento di gioia nel rapporto che si instaura tra l’artista e quelli che contemplano l’opera». Tesi certamente efficace e in parte vera anche se contestualizzata in un’epoca lontana alla nostra, nella quale l’arte può essere ambigua e di difficile interpretazione. La parola arte viene riassunta e definita nell’Enciclopedia Treccani come «ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati». Viene descritta come un’azione dell’uomo, non del tutto spontanea ma che deve essere organizzata secondo regole e obiettivi per il raggiungimento di un preciso risultato. Allo stesso modo, l’accezione del termine arte come abilità specifica nel fare qualcosa, come competenze acquisita o perfezionata tramite l’esercizio e la pratica la si ritrova nell’Oxford English Dictionary: «espressione o applicazione delle abilità creative e dell’immaginazione degli esseri umani, generalmente in forme visive come la pittura o la scultura, nella produzione di opere principalmente apprezzate per la loro bellezza e forza emotiva». Questa tipologia di discussione troppo spesso risulta riduttiva e incompleta, soprattutto a partire da una serie di definizioni che risultano alquanto opinabili e di poco chiara traduzione. Ancora più riduttivi e attenti al nocciolo della questione furono le risposte del New York Times, quando nel 1997 rispose in modo sintetico alla domanda cos’è l’arte: «qualsiasi cosa può essere arte» rispose il critico Thomas McEvilley e d’accordo con quest’ultimo fu la risposta dell’ex direttore della sezione di pittura e scultura al MoMa (Museum of Modern Art), William Rubin: «non esiste una singola definizione di arte». Entrambi cercano di non circoscrivere il concetto di arte in qualcosa di definito e specifico, ma semplicemente fanno intuire che non può esserci una definizione di arte, perché è arte tutto ciò che una certa quantità indefinita di persone definisce arte. Siamo però certi che l’arte è una rappresentazione filosofica del pensiero del tempo e quindi la sua definizione cambia con i suoi protagonisti i tempi e la storia. 

L’arte può essere definita come qualunque forma di attività svolta dall’uomo, capace di mettere in luce il talento, l’inventiva e in generale la capacità espressiva che è propria di ognuno di noi fin dalla nascita. Musica, disegno e pittura, sono alcune delle forme d’arte più note, ma basta guardarsi intorno per scoprire che arte è tutto ciò che suscita emozioni e nuovi stati d’animo. Si parla quindi di un rapporto bidirezionale, dove non siamo solo noi affascianti e rapiti dalla bellezza di un’opera, ma il nostro io, rapito prima, e affascinato e appagato poi. A tal proposito il filosofo francese Jacques Maritain si esprimeva a riguardo: «l’arte rappresenta il potere di guarigione e l’agente di spiritualizzazione più naturale di cui abbia bisogno la comunità intera». Talvolta l’arte viene considerata troppo nobile per plasmare la vita delle persone, ma in realtà l’arte stessa ha un forte potere sulle azioni dell’uomo. Dobbiamo modificare le nostre vedute a riguardo e lasciarci trasportare da essa senza porci e soffermarci troppo sul suo essere.

Per cui il significato della parola arte non è definibile in maniera univoca ed assoluta, ma la sua definizione varia da cultura a cultura, da esperienza a esperienza. È un linguaggio, ma non tutti i linguaggi sono arte e in quanto tale si trova ad essere a portata di tutti. Può essere individuale, ma allo stesso modo collettiva. Tra il tangibile e l’intangibile. È in grado di emozionare, di esprimere la sensibilità e il sentimento interiore di ogni uomo. Procura piacere e un senso di soddisfazione tale da rimarginare e compensare un vuoto emotivo di cui si è affetti. Tanti sono stati gli studiosi e i critici che in passato si sono interessati di questo argomento e tanti hanno provato invano a darne una definizione precisa e coerente, ma tutti si sono lasciati prendere e smuovere da questo senso di bellezza e appagamento che solo le più svariate forme artistiche possono dare. Ricordiamoci però che la definizione di arte è estremamente variabile, nel tempo e nello spazio. Mentre si cerca di stabilire una definizione condivisa, l’arte cambia e si rigenera. Ciò che si può fare è provare a individuare una definizione di arte più o meno accettata, ma non universale poiché, umanamente e socialmente parlando, un certo margine di disaccordo mai potrà essere arginato.


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